Oggi, 25 marzo, nell’ambito delle attività del PON, è stato proiettato il film “Io ricordo” di Ruggero Gabbai, tratto da “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando.
Il piccolo Giovanni compie 10 anni e riceve da suo padre un regalo inaspettato. Ha promesso di spiegargli perché l’hanno chiamato Giovanni. Per questo gli dedica un’intera giornata ripercorrendo i luoghi dell’infanzia di un altro Giovanni: Falcone, ucciso 10 anni prima con la moglie e la scorta che lo proteggeva.
“A forza di accettare l’ingiustizia, non vedrai più l’ingiustizia”.
“A forza di accettare l’ingiustizia, non vedrai più l’ingiustizia”.
Le parole di Garlando rappresentano le parole chiave di un percorso didattico sulla “legalità”. Nel corso della narrazione, più di trenta tra genitori, fratelli, sorelle e orfani mettono a nudo la dignità del proprio dolore e raccontano chi erano le persone che la mafia ha ucciso, perché ricordare sia così importante, la memoria costituisce un'arma contro il potere mafioso che vince solo dove regna il silenzio.
COMMENTI DEI RAGAZZI
COMMENTI DEI RAGAZZI
Daniele: mi ha colpito la scena in cui il papà mostra al figlio la collina di Capaci, luogo dell’attentato a Falcone, ma anche luogo da cui si vede un paesaggio incantevole, il mare, l’Isola delle Femmine e il papà dice come sia possibile uccidere e impedire, per sempre, ad una persona di godere di cose così belle. “Da lassù,Giovanni,da quella collinetta si vede un panorama magnifico. Il nostro mare,l'isola delle femmine guarda,come fanno a venirti questi pensieri cattivi davanti a tanta bellezza? Come può un uomo avere il coraggio di impedire un altro uomo di rinunciare a questo spettacolo per sempre?
Marco: Tutte le persone che sono state uccise e che, nel film, vengono ricordate dai loro familiari, sono morti ingiustamente, ma sempre per difendere un diritto, un ideale, un modo di vivere onestamente e, soprattutto, di opporsi al potere mafioso.
Andrea Marica: mi ha colpito, tra l’altro, la grande rinuncia del Giudice Falcone di mettere al mondo un figlio, perché pienamente consapevole che il suo lavoro era fortemente rischioso.
Maria: mi è piaciuto molto l’idea del papà che porta il figlio con sé durante un’intera giornata per spiegargli che cos’è la mafia e lo fa con tenerezza per non spaventarlo.
Rossella: bellissima la metafora del carciofo per spiegare come è formata la struttura della mafia, dai clan alla cupola
Sandro: mi sono piaciute molto le musiche del film
Valentina: sono rimasta troppo colpita dalla storia del bambino Giuseppe Di Matteo, rapito da un clan mafioso, tenuto 179 giorni nascosto, poi ucciso e sciolto nell’acido. Non posso credere che esistono persone capaci di fare così terribili.
a tutti voi che vedete questo blog vi voglio consigliare una cosa , leggete il libro " PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI " che parla appunto di giovanni Falcone attraverso la narrazione del protagonista che racconta al figlio il perché del suo nome
RispondiEliminaGrande Lisa: ottimo consiglio.
RispondiEliminaLeggere è bellissimo; leggere libri particolarmente interessanti ed emozionanti è ineguagliabile.
Grazie per aver visitato il blog: esso è a disposizione di tutti i ragazzi della " Baccelli" e non solo.
Prof. infatti il libro l'ho letto e vi dico che è magnifico, mi ha affascinato moltissimo e sono rimasto molto contento.
RispondiEliminaLisa, ottimo consiglio per i passanti del blog! ;D
Luigi De Stefano III D
Grande Luigi! Tu non potevi non averlo letto. Vedrete anche voi il film. Grazie per tutte le volte che visitate il blog e lasciate preziosi commenti
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDi niente prof. per me è un piacere aggiornarmi sia delle cosa che vengono svolte all'interno del PON di legalità e sia per le varie cose che aggiungete nel blog.
RispondiElimina